LO SCI CLUB S.CATERINA, 40 ANNI DI LEGGENDA Dai fratelli Compagnoni nello sci
nordico ai grandi Deborah Compagnoni e Pietro Vitalini.
Le origini
Risale al 1961 la data di affiliazione alla federazione Italiana Sport Invernali dello Sci Club S.Caterina; dopo l’era dei fondisti (i tre fratelli Compagnoni, Silvio Confortola, Mario Compagnoni), che hanno conquistato numerosi titoli italiani, la maglia azzurra passa ai giovani dello sci alpino; nasce così la fondazione del club su iniziativa di alcuni pionieri furvesi che si esprimevano attraverso la forza vibrante delle braccia e delle gambe.
Il cuore della Valfurva diventa così banco di prova di discesisti e slalomisti grazie alla costruzione di alcuni impianti.
I risultati non si fanno attendere. Nel giro di qualche stagione balzano alle cronache sciatori del calibro di Giuseppe Compagnoni e Tino Pietrogiovanna. Il primo è uno specialista del gigante che si mette in evidenza nella seconda parte degli anni ’60. Nel 1966 è convocato nella rappreentativa azzurra in gara all’Aprica nel 10° Trofeo Vanoni. Nello stesso anno è in gara ai Campionati del Mondo di Portillo, 16° nel gigante vinto dal francese Guy Perillat. Nel 1968 ottiene un secondo posto nella Coppa Passo Stelvio. Nel 1969 vince al Trofeo Vanoni il gigante che è stato introdotto in sostituzione della discesa libera, annullata per carenza di neve. Ma è proprio tra i pali stretti che Giuseppe Compagnoni vince il suo unico titoli italiano, nel 1970, a spese dell’asso emergente dello sci azzurro, Gustavo Thoni. Nel 1971 ottiene il suo miglior risultato in Coppa del Mondo, 3° a Voss (Norvegia). Ai campionati italiani è secondo in gigante e terzo in libera, questi gli ultimi risultati di carriera.
Tino Pietrogiovanna partecipa a Berchtesgaden, il 7 gennaio 1974, ad un evento grandioso: l’affermazione della “valanga azzurra”: cinque italiani ai primi cinque posti (Pietrogiovanna quinto). Lo slalomista di Valfurva, a dimostrazione che l’episodio di Berchtesgaden non è stato fortuito, nella stagione successiva conquista un sesto posto in slalom in Val d’Isere ed un terzo in gigante a Madonna di Campiglio. Pietrogiovanna, nelle coppe di specialità, è 10° in slalom nel 1973 e 10° in gigante nel 1975. L’eredità dei fratelli Compagnoni nello sci nordico è stata invece raccolta dai compaesani Pedranzini Fabrizio, Andreola Angelo e Barco Silvano che hanno ottenuto numerosi successi individuali e in staffetta ai campionati italiani, nonché numerosi podi in Coppa del Mondo.
Gli anni del grande agonismo
Lo Sci Club S.Caterina non si limita alla pura e semplice formazione di atleti ma svolge una grande funzione organizzativa, promuovendo una serie di manifestazioni a livello internazionale. Il fior fiore del discesismo internazionale giunge a Valfurva per dare vita a sfide mondiali, dalla Coppa del Mondo ai Mondiali del 1985.
La tradizione continua
Di questo vivaio di campioni fanno parte anche Pietro Vitalini e Deborah Compagnoni. Pietro Vitalini, nativo di Valfurva, per ben sette stagioni è tra i discesisti del primo gruppo. Campione italiano di discesa libera negli anni 1988 e 1992. In Coppa del Mondo è salito cinque volte sul podio: 2° a Garmisch nella stagione 92-93, 3° ad Aspen nel 93-94, 3° a Vail (superG) nel 95-96, 2° a Garmisch e Kvitfjell nella stagione 96-97. Ha collezzionato numerosi piazzamenti tra i primi dieci. Il suo migliore risultato nelle competizioni a cadenza pluriennale (Olimpiadi e Campionati del Mondo) è il 7° posto in discesa libera ai Mondiali 1997 del Sestriere. E’ stato in gara anche a Morioka, Lillehammer e Sierra Nevada, mentre era assente per inforunio dalle Olimpiadi di Nagano. I suoi momenti agonistici più importanti sono: Garmisch, gennaio 1993, parte con il numero 33 e per poco non trionfa. Si ritrova secondo ad appena due centesimi dal campione del mondo di discesa Franz Heinzer. Kvitfjell, marzo 1995. Il grande giorno sembra finalmente arrivato: precede Joseph Strobl e Assinger, e sono scesi in 37, cioè il meglio del discesismo mondiale, ma su reclamo della squadra statunitense, la gara viene annullata. Garmisch, febbraio 1997. L’aria di questa località ridesta in Pietro sensazioni già vissute, almeno fino a tre quarti di discesa, quando si vede scivolare attraverso la pista uno spettatore imprudente. Riparte con il 23, con addosso tutto la “cattiveria” di cui dispone. E il risultato si vede: solo il grande Luc Alphand lo supera. Kvitfjell, marzo 1997. Scende con il numero sei ed è praticamente perfetto, salvo una piccola incertezza. Il suo tempo è il miglior tempo e resiste a lungo. Il norvegese Kjus, partito con il numero 18, riesce a soffiargli il primo posto per 14/100. Deborah Compagnoni, a diciassette anni non ancora compiuti, nel 1987, è già campionessa mondiale juniores di slalom gigane. Nella stagione 87-88 debutta in Coppa del Mondo e, prima di infortunarsi seriamente al ginocchio, coglie un quarto posto in discesa ed un quinto in superG. Nell’annata successiva gareggia poco, ma riesce ad ottenere qualcosa come cinque titoli italiani: tre juniores (slalom, gigante, superG) e due assoluti (slalom e gigante). Finalmente, nella stagione 91-92 arriva quella consacrazione che molti si aspettano, ma che fino a quel momento era stata continuamente ostacolata dai lunghi periodi di interruzzione agonistica. Il primo podio in una gara di Coppa del Mondo Deborah lo guadagna proprio a poche centinaia di metri da casa sua, giungendo seconda nel gigante di Santa Caterina. Deborah è ancora seconda nel gigante a Oberstufen e a Hinterstoder, quindi nello speciale di Maribor. In poco più di mezza stagione ha già centrato sei volte il podio, ottenendo anche una vittoria, impresa, quest’ultima, riuscita in precedenza a due soli valtellinesi, Stefano Anzi e Daniela Zini. Anche negli anni successivi, Deborah ci rende poi protagonisti di fortissime emozioni, con continue vittorie in Coppa del Mondo e la conquista di numerose medaglie olimpiche e mondiali.
Lo Sci Club S.Caterina oggi
Oggi, lo Sci Club riveste e dovrà comunque ricoprire anche nel proseguio, un ruolo fondamentale all’interno della nostra valle, in particolar modo a favore dei nostri ragazzi. In prima istanza si può considerare come il numero degli atleti iscritti, si è mantenuto costante per ogni anno, nonostante la progressiva diminuzione dei ragazzi e giovani “disponibili” ad impegnarsi nelle attività sportive. Ciò significa che l’organizzazione dello Sci Club offre ed è in grado di offrire a tutte le famiglie, una garanzia di serietà e efficienza, nonostante le difficoltà e limiti che ogni associazione sportiva in genere deve affrontare sopratutto in rapporto all’impegno finanziario che, specialmente in questi anni è diventato veramente pesante e oneroso. tutto ciò è possibile anche grazie alla fiducia, in noi riposta, di tutti i genitori che ci affidano i loro ragazzi; alla fattiva e preziosa collaborazine del gruppo allenatori (tecnici esperti e preparati) e anche, all’impegno disinteressato di tutto il Direttivo che ha cercato, sempre con ogni mezzo a sua disposizione, di aiutare ed essere vicini ai genitori degli atleti per contenere i costi (procurandosi piccole sponsorizzazioni o ricercando aiuti). Questi meriti, frutto di un costante impegno da parte di tutti: atleti, allenatori, dirigenti e genitori, ci sono riconosciuti anche da alri Club che spesso ci invidiano per la nostra capacità di ottenere anche con piccoli mezzi economici grandi risultati di immagine. Questo modo di procedere, è la premessa per costruire, all’interno del nostro sodalizio sportivo un ambiente ed un clima favorevoli alla crescita morale e agonistica dei nostri ragazzi e giovani. Pertanto il nostro Club ha assolutamente bisogno di queste motivazioni al fine di realizzare quell’obiettivo primario previsto dal nostro statuto che è quello di diffondere e promuovere la pratica dello sci alpino, che rappresenta comunque una delle più belle realtà della nostra valle, peraltro tramandate nel tempo dalla presenza e dai risultati ottenuti dai nostri campioni nel mondo intero. Nell storia dello sci la Valfurva è sempre stata ben rappresentata!